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Keith Haring in mostra


Assolutamente da non perdere la mostra di Keith Haring a Milano curata da Gianni mercurio, una mostra che espone ben 110 opere del famoso artista.

I temi trattati: dalla droga, all'AIDS (causa della sua morte), al razzismo, discriminazione e alienazione giovanile.

La mostra durerà fino al 18 giugno 2017 presso il palazzo Reale in centro a Milano.

L'operato di Gianni Mercurio è stato impeccabile, consentendo di apprezzare a fondo il genio di Haring attraverso innumerevoli opere anche di grande formato, come la prima che si incontra appena entrati che raffigura uno dei suoi famosissimi "omini" con un grosso buco nella pancia, opera realizzata all' indomani della morte del noto cantante John Lennon.

Il senso della mostra intende restituire il percorso della ricerca svolta nella breve vita dell'artista.

Nato nel 1958, Haring, sin da piccolo, rapito dai cartoons di Walt Disney, ha mostrato la sua propensione per il disegno.

I grandi artisti che hanno influenzato il suo lavoro furono Jackson Pollock, Paul Klee e soprattutto Picasso ed Andy Warhol.

Ancora giovane, Haring si trasferì a New York che riteneva essere il centro del mondo ed è proprio a New York dove iniziò a dipingere per le strade e nelle metropolitane.

Nel 1990 Haring morì a causa del grande male, l'AIDS, lasciando alle sue spalle una considerevole mole di opere sparse sui muri di tutto il mondo, il più celebre è quello di Berlino, dove venne chiamato per la realizzazione di un'opera che esprimesse l'amore e la fratellanza fra gli uomini in contrasto col muro stesso.

Dell'opera sopra citata non rimangono, ovviamente che dei frammenti.

Lo stile inconfondibile e le linee uniche e decise caratterizzano gli "omini" di Haring in un immaginario sorprendente è costellato di maschere, vasi antichi e costanti riferimenti alla mitologia.

L' artista ha partecipato al moto di ribellione di quegli anni, ma nel contempo aspirava ad un uso più ampio dell'arte, creando un linguaggio nuovo, ma saldamente legato alla tradizione.

L'uomo, in tutte le sue sfumature, è stato il fulcro dell'indagine.

La mostra è divisa in più sezioni: Umanesimo, etnografismo, moderno e post moderno, fino alla conclusione dedicata ad alcune sue performance racchiuse in alcuni video.


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