un nuovo quartiere per San Berillo
ll quartiere di San Berillo a Catania ormai fa discutere da moltissimi anni, i “contendenti” sono i legittimi proprietari degli immobili della zona e il comune interessato ad una sua riqualificazione che ne esalti l'intriseca bellezza. La nostra di noi catanesi deve essere di certo una mentalità molto aperta quasi come quella di Amsterdam visto che non conosco altri quartieri a luci rosse in Italia nel bel mezzo del cuore pulsante della società. Infatti il quartiere a luci rosse di San Berillo si trova adiacente al centro storico di catania vicino a strutture architettoniche imponenti quali il teatro Massimo o la via Etnea da un lato, mentre dall'altro confina con il quartiere bancario centro economico della nostra città. Un po' di storia. l quartiere nel 1800 avrebbe dovuto divenire zona nobile all'interno del tessuto urbano, tanto per la sua centralità, quanto per la sua relazione al commercio ferroviario, con strade di larghezza non inferiore ai 10 metri. Tale impostazione non venne messa in pratica, poiché la proprietaria dei terreni in questione, Maria Li Destri Trigona, duchessa di Misterbianco, non fu mai d'accordo per questioni di speculazione edilizia. Nel 1852, l'espansione del quartiere raggiunse la Chiesa del Crocifisso e piazza Cappellini (oggi dedicata a Giovanni Falcone). Le strade di San Berillo appaiono allora quasi ortogonali tra loro e assai strette, quanto affascinanti. Nel 1904, scavi archeologici intensi squarciarono gran parte di piazza Stesicoro, in modo da farla somigliare alla tolda di una nave colpita di fianco. Lo scavo, secondo il direttore dei lavori Filadelfo Fichera, rappresenta un primo accenno di programma archeologico, edilizio e sanitario per San Berillo, sempre con l'idea di collegare il quartiere alla stazione. Sono i tempi dello zolfo e Catania è snodo fondamentale delle esportazioni, tanto per mezzo dei treni che per mezzo del nuovo porto: il collegamento risulta sempre più angusto, a misura che cresce la propensione industriale di Catania. Si susseguono una serie di piani di sventramento, di cui solo quello di Brusa verrà messo in opera. Nel 1913, un primo piano propone una demolizione radicale, che suscita molte perplessità, risolte dallo scoppio della Grande Guerra. I tentativi di riqualificazione e sventramento del quartiere ripartono dopo la guerra anche se con esiti poco incisivi, in realtà questi tentativi di riqualificazione non si sono mai fermati ed anche la regione sicilia ha provato attraverso una legge speciale. E arriviamo fino ai giorni nostri in cui vediamo scontrarsi da una parte il comitato dei cittadini di San Berillo e il comune. Il compito del Comitato è di attivare, attraverso un coinvolgimento di tutti gli individui e di tutte le attività presenti, un processo di rigenerazione. Il comune ha da poco chiuso una via del quartiere per questioni di sicurezza pubblica e il comitato si lamenta di non aver voce e di non essere ascoltato: Non è giusto che non ci facciano sapere nemmeno che hanno deciso(comune ndr) di chiudere una strada, anche se si tratta di una questione di pubblica incolumità», dichiara il portavoce del comitato. Che conclude: «A San Berillo crollano le palazzine storiche e il Comune alza un muro con chi le difende. Non possiamo restare in silenzio». Nucleika con i suoi fotografi Luigi Renzi e Violacea hanno cominciato un nuovo progetto fotografico che vuole lasciare alla storia uno spaccato della città di Catania con la convinzione che tra non molto questo intrigante e poco conosciuto quartiere subirà un cambiamento e noi ci auguriamo in meglio.
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